Un 2019 brillante per l’export di formaggi italiani, soprattutto in Giappone, Stati Uniti e Indonesia.

Al primo posto troviamo la mozzarella, regina indiscussa dell’export caseario: cresce del +101,8% in Giappone e del +106,0% in Cina.

Il Gorgonzola che mette a segno un +78,0% in Indonesia e un clamoroso +529,1% in Cina. Grana Padano e Parmigiano Reggiano che avanzano di un ulteriore +24,7% negli Stati Uniti e di un +36,8% in Giappone. Il Pecorino che torna a crescere negli Usa (+32,5%)e in Gran Bretagna (+28,7%) e raccoglie un bel +50,7% in Olanda. Il Provolone che ottiene un brillante +76,3% in Spagna e un +60,9% in Austria. L’Asiago e i suoi “fratelli” che brillano in Francia (+16,8%), in Gran Bretagna (+18,2%) e, soprattutto, in Spagna (+28,8%).

E poi, ancora, la grande famiglia dei formaggi freschi (come crescenza e robiola), che avanza del 22,2% in Belgio, del +46,7% in Canada e addirittura del +536,1% in Indonesia. Per concludere con i comodi formaggi grattugiati, in aumento del +18,8% in Germania, del +29,2% in Canada e del +50,0% in Indonesia. Si è aperto in modo molto positivo e brillante il 2019 per le esportazioni italiane di formaggi.

Formaggi italiani

Formaggi italiani

I FORMAGGI ITALIANI PIACCIONO MOLTO ALL’ESTERO

Ormai fatto più che noto che i formaggi italiani piacciano molto all’estero, piacciono così tanto che plagi e tarocchi sono molto frequenti.

Dove vengono venduti questi formaggi?

L’area di esportazione più importante rimane l’UE,  che importa 318mila tonnellate di formaggi italiani. A seguire troviamo il continente americano, con 40mila tonnellate, e l’Asia.

Per quanto riguarda i tassi di crescita, invece, vanno forti i “nuovi“ mercati:

  • continente africano: +23%
  • America latina: +21%
  • Australia e Nuova Zelanda: +11,5%
  • Asia: +5,4%

Secondo Assolatte quello che fa bene alle vendite sono gli accordi di libero scambio.

Nel primo trimestre, sottolinea sempre Assolatte, l’export caseario è cresciuto del +12,2% in valore e del +8,3% in volume proseguendo il trend positivo che registrano da anni. In cifre assolute, le imprese italiane hanno venduto all’estero 102.045 tonnellate per un controvalore che ha sfiorato i 698 milioni di euro. Grazie all’aumento dell’export e alla concomitante contrazione dell’import caseario, la bilancia commerciale italiana del settore raggiunge un ulteriore miglioramento e chiude il trimestre con un risultato positivo superiore a 260 milioni di euro. Tra i fenomeni più significativi del primo trimestre 2019 c’è la “riscossa” del Pecorino, che registra aumenti a doppia cifra in diversi mercati strategici: Francia (+12,0%), Germania (+13,4%), Regno Unito (+28,7%), Paesi Bassi (+50,7%), Asia (+14,5%). A spiccare è soprattutto il recupero del Pecorino negli Stati Uniti, il suo principale mercato di sbocco, dov’è cresciuto del +32,5%  rispetto al primo trimestre del 2018. Notevole la performance dei formaggi italiani in Giappone.

Il primo trimestre si è chiuso con una crescita dei volumi del +25,8% e con significativi incrementi per gran parte delle categorie di prodotto: mozzarella (+101,8%), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+36,8%), Gorgonzola (+21,7%), Provolone (+33,8%). I formaggi italiani sono tornati a crescere, e spesso in modo rilevante, anche nei mercati di sbocco storici, soprattutto in Europa. I risultati poco entusiasmanti della fine del 2018 hanno lasciato il posto, tra gennaio e marzo 2019, a importanti incrementi in quasi tutti i mercati più importanti: +6,8% in Francia; +8,1% nel Regno Unito; +23,2% negli Stati Uniti. In parallelo continuano a espandersi i mercati emergenti, in particolare quelli asiatici. Nel primo trimestre 2019 le vendite di formaggi italiani sono cresciute del +74,9% in Indonesia e del +6,2% in Cina. Preoccupa, invece, il Canada, dove nel primo trimestre 2019 si è registrato un forte calo dell’export (-33,3%), frutto di un inizio anno particolarmente complesso per i nostri formaggi (-57% a gennaio; -35% a febbraio; -9% a marzo). 

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