“Io sono calma e pigra. Ma appena salgo sul palco un’energia si impossessa di me e mi trasformo in un uccello che prende il volo.”, così si definiva Raffaella Maria Roberta Pelloni, in arte Raffaella Carrà, la showgirl che è stata definita come la regina della televisione italiana. Quell’energia che la trasformava sul palco l’ha accompagnata fino all’ultimo secondo di vita, quando la donna più applaudita del piccolo schermo ha fatto calare il sipario lasciando un immenso vuoto nel cuore degli italiani.

Raffaella Carrà

Raffaella Carrà

Raffaella Carrà: la biografia della showgirl

Raffaella nasce a Bologna il 18 giugno 1943 e comincia da subito a sviluppare una grande passione per ballo e canto fino a decidere di debuttare in televisione con “Tempo di danza” (1961), al fianco di Lelio Luttazzi, e nella commedia musicale “Scaramouche” (1965). La vera svolta nella sua carriera arriva nel 1970 con Canzonissima: si può dire che in questo modo la Carrà abbia inaugurato il concetto di showgirl in un’epoca di bianco e nero in tv.

Il grande successo raccolto le permette di avere un programma tutto suo: è il 1984 e sugli schermi arriva “Pronto, Raffaella”. La sua straordinaria carriera in Rai continua con “Domenica in” (1986) e “Fantastico 12”. La Carrà ha conquistato anche il pubblico spagnolo con il programma “Hola Raffaella” per la televisione spagnola, e torna in Italia nel 1995 con “Carramba! Che sorpresa” (1995-97 e 2002), “Carramba! Che fortuna” (1998-2000 e 2008) e “Segreti e … bugie” (1999), sempre su Raiuno. Nel 2001 ha condotto il Festival di Sanremo, nel 2004 il programma “Sogni”, ma il programma al quale è rimasta più legata è “Amore”, del 2006, dedicato alle adozioni a distanza.

Non solo ballerina, cantante e presentatrice: la Carrà è stata anche protagonista di celebri pellicole, come quando recitò accanto a Frank Sinatra nel film statunitense Il colonnello Von Ryan. «Venni scelta tra un sacco di attrici famose che avrebbero voluto recitare accanto a Frank. Era un gran signore, ma non conoscevo le sue canzoni. Andavo al juke-box e mettevo i Beatles. Era perplesso»., disse la Carrà a proposito di quell’esperienza definendo “The Voice”, “simpatico”. 

Le sue canzoni sono diventate dei veri e propri inni alla libertà sessuale, come “Forte forte forte”, “Pedro”, “A far l’amore comincia tu”, “Fiesta”, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù”, “Tanti Auguri”, “Chissà se va” e “Rumore”. Molti di questi brani sono considerati dei successi di dance italiana e ne esistono versioni remix molto recenti, come la versione di “A far l’amore comincia tu” del DJ Bob Sinclair, colonna sonora de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Tante le collaborazioni portate avanti nel corso degli anni: nel 1974 conduce con Mina il programma televisivo del sabato sera “Milleluci”, mentre nel 2001 è al timone del Festival di Sanremo. 

Nel 2013 è tornata sul piccolo schermo su Raidue come coach del talent show “The Voice of Italy” ed è uscito il suo ultimo album “Replay”. Nel 2015 ha condotto su Raiuno il talent show “Forte forte forte”. Il suo ultimo programma risale al 2019: “A raccontare comincia tu”. La notizia della morte di Raffaella Carrà è giunta inaspettata: la showgirl è scomparsa il 5 luglio 2021 a causa di una malattia.

Raffaella Carrà negli anni

Raffaella Carrà negli anni

I grandi successi di Raffaella Carrà, tra musica e tv

La carriera di Raffaella Carrà è stata segnata da tappe molto importanti che hanno fatto la storia della televisione italiana e del ruolo della donna sul piccolo schermo: ripercorriamo insieme i momenti salienti della vita da showgirl di “Raffa nazionale”, attraverso i simboli che ne hanno fatto un’icona mondiale.

L’ombelico della Carrà

L’ombelico di Raffaella Carrà è il primo simbolo che identifica la straordinaria influenza della showgirl sulle generazioni a venire. Giovanissima, si fece notare alla conduzione del programma “Canzonissima” insieme a Corrado: durante la sigla, “Ma che musica maestro!”, mostrò l’ombelico in un momento storico in cui quel gesto era considerato scandaloso. 

Il “tuca tuca” di Raffaella Carrà

Impossibile non pensare al “tuca tuca” quando si parla di Raffaella Carrà: la canzone del 1971 scritta da Gianni Boncompagni è celebre più per il movimento che accompagna la musica, un balletto di successo ideato insieme a Enzo Paolo Turchi nel 1971. Anche in quell’occasione nacquero numerose polemiche: qualcuno considerò le carezze troppo spinte, ma il tempo ha dato ragione alla showgirl avanguardista.

La Carrà e i fagioli

La Carrà è ricordata anche per la conduzione del programma “Pronto, Raffaella?”, che conteneva un gioco in cui si chiedeva al pubblico da casa di telefonare e indovinare quanti fagioli ci fossero in un barattolo di vetro. Quel quiz è rimasto indelebile nella storia della tv.

Carramba

Parliamo del programma più iconico di Raffaella Carrà, declinato in due versioni, “Carràmba! Che sorpresa” e “Carràmba! Che fortuna”, che hanno dato vita al neologismo “carrambata” per indicare l’incontro a sorpresa tra persone che non si vedono da tempo. Riguardo al programma la presentatrice spiegò: «Ero in albergo a Madrid e dalla reception mi avvertono che c’è un pacco per me. Dentro la busta, un plico e una videocassetta. Accendo il VHS, la inserisco e comincio a piangere come un agnello. Chiamo Sergio: “Ho trovato il mio programma”».

Una rivoluzionaria, tenace, coraggiosa protagonista della televisione italiana. Un’icona che ha saputo attraversare indenne le generazioni, diventando punto di riferimento per chiunque desideri lavorare nel mondo dello spettacolo. Una personalità multiforme, colorata, sorprendente, capace di sfidare il pregiudizio, la critica, il confine, spostando sempre l’orizzonte un po’ più in là: l’applauso è d’obbligo quando si parla di un’eccellenza italiana come Raffaella Carrà.