Nonostante la pandemia, le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 252 miliardi di dollari nel 2020.
L’ottava edizione del “Global Powers of Luxury Goods“, lo studio annuale condotto da Deloitte, ha confermato l’Italia come primo Paese al mondo per beni di lusso, con quattro nuovi ingressi nella Top 100. 

EssilorLuxottica, Prada e Giorgio Armani (rispettivamente settimo, ventitreesimo e ventinovesimo posto) sono i tre principali player italiani all’interno della classifica. 
L’Italia con il suo marchio di fabbrica si conferma ancora una volta Paese leader del settore, posizionando ben 26 aziende tra le 100 che costituiscono la graduatoria.
I nuovi ingressi di questa edizione sono: Golden Goose (86°), Morellato (87°), Sportswear Company (Stone Island) (88°), CrisConf (Pinko) (100°).

Nel 2020, l’importanza dei migliori marchi italiani di lusso è stata quindi ben evidente:
delle aziende italiane in classifica, circa due terzi operano nel settore dell’abbigliamento e delle calzature, mentre cinque sono le aziende che rientrano nella categoria borse e accessori, dove spiccano anche i gioielli Damiani.

Global Powers of Luxury Goods: Italia leader nel settore moda e lusso

L’Italia guarda dall’alto il panorama del lusso mondiale. Infatti, le aziende italiane si distinguono soprattutto per loro rilevanza all’interno del settore di riferimento, piuttosto che per la loro resilienza. 

“In questo periodo di cambiamento e di grande incertezza dovuto alla pandemia, l’appeal delle aziende del settore lusso si è riconfermato. Infatti, pur avendo registrato delle perdite, il comparto è stato capace di re-inventarsi ed accelerare un processo di trasformazione considerevole, portando concetti quali sostenibilità, omnicanalità, economia circolare, innovazione, al centro delle proprie strategie di crescita per i prossimi anni. Oggi più che mai le aziende di questo settore sono in grado di essere vicine ai consumatori in termini di servizio, produzione, ascolto e condivisione dei medesimi valori”, ha commentato Giovanni Faccioli, Deloitte Fashion & Luxury Leader per l’Italia.

I nuovi driver del lusso sono infatti sostenibilità e trasformazione digitale, entrambi elementi che rendono necessario un ripensamento dei processi produttivi e manageriali. Si notano sempre più spesso partnership tra fashion brand ed esperti del settore tech & sustainability