“Il pianoforte è in grado di comunicare le più sottili verità universali attraverso il legno, il metallo e l’aria vibrante.” (Kennteh Miller)

Uno degli strumenti musicali più amati, il principe dell’orchestra, dal suono inconfondibile. C’è chi ha perso il sonno per regalare all’umanità composizioni indimenticabili, sonate immortali, pietre miliari della musica classica. Eppure non tutti sanno che il pianoforte è un’invenzione tutta italiana.

Chi ha inventato il pianoforte?

L’inventore del noto strumento è Bartolomeo Cristofori, nato a Padova il 4 maggio del 1655. In un’epoca in cui non si era considerati dei geni, ma dei semplici impiegati con un’idea, il suo nome è stato presto dimenticato. Fortunatamente il suo apporto al mondo della musica è rimasto intatto. 

Il fatto che il suo nome sia stato dimenticato è considerato un riflesso dell’epoca in cui ha vissuto, quando chi inventava qualcosa era considerato semplicemente un impiegato. La prima testimonianza del primo pianoforte risale al 1700, ma Cristofori era al lavoro già da un paio d’anni. Uno strumento musicale molto simile a quello che conosciamo oggi prese forma nel 1720, rappresentando una vera e propria innovazione sotto molti punti di vista. 

All’epoca lo strumento a tasti più diffuso era il clavicembalo, ma aveva un grosso limite: era impossibile modulare le note in diversi gradi di dolcezza. Per suonare una nota, un piccolo oggetto, il plettro, toccava le corde, dando vita al suono. Un suono sempre uguale, senza sfumature particolari. Sulla base di questo strumento Cristofori sviluppò il suo pianoforte, chiamato inizialmente proprio arpicembalo. La novità principale? Un sistema di martelli e ammortizzatori in grado di modulare una più vasta gamma di suoni, senza pizzicare le corde dello strumento. 

pianoforte

Pianoforte

Chi è Bartolomeo Cristofori, l’inventore del pianoforte

Il più antico pianoforte, quello costruito da Cristofori nel 1720, è custodito come un prezioso tesoro al Metropolitan Museum of Art di New York. Rispetto ai moderni pianoforti si propone come strumento di transizione, un modello a cui i successivi sviluppi si sono ispirati. Rispetto ai pianoforti attuali, ha una più ristretta gamma di suoni, corde più sottili e martelli più duri. Il primo prototipo venne definito dal suo creatore come “un cimbalo di cipresso di piano e forte”. Da qui nacque il notissimo nome di pianoforte. 

E se quello strumento musicale è diventato così famoso, altrettanto non è capitato al suo creatore, uno degli inventori italiani più importanti, di cui nessuno però conosce il nome. Della vita di Bartolomeo Cristofori si sa poco o nulla: lavorava principalmente alla corte del principe fiorentino Ferdinando de’ Medici (1663-1713). Presso la corte più importante dell’Italia dell’epoca Cristofori passava inosservato, era un semplice inserviente tra i tanti artisti e artigiani che affollavano le stanze e gli spazi dei castelli fiorentini. Qui mise a punto l’invenzione del pianoforte e qui rimase fino alla sua morte, nel 1731. 

Lo strumento di cui fu padre si diffuse lentamente, seguendo i ritmi degli spostamenti di un mondo che non permetteva una rapida trasmissione delle nuove invenzioni, un mondo in cui lo sviluppo delle vie di comunicazione era agli albori. A conoscere il pianoforte nel Settecento erano soltanto le corti europee. La regina Barbara del Portogallo (1711-1758) ne acquistò addirittura cinque per intrattenere i suoi numerosi ospiti. Ci vollero circa cento anni e l’impegno dei più grandi compositori mondiali a rendere il pianoforte uno strumento diffuso e amatissimo, con buona pace dello sconosciuto Cristofori.