Martello e scalpello, le armi che hanno fatto grande il nome della scultura italiana nel mondo. Dal Rinascimento ai giorni nostri gli scultori italiani famosi ci hanno regalato delle opere memorabili, che hanno conquistato un posto tra i capolavori immortali del patrimonio umano.

Le sculture famose italiane non si limitano alle opere create dagli scultori del 400 e del 500, ma comprendono anche le opere degli scultori italiani del 900 e le sculture contemporanee

Scultori italiani celebri: dal Rinascimento all’età contemporanea

Quali sono gli scultori famosi che hanno apposto la loro firma sulle opere che hanno fatto la Storia di quest’Arte? Ecco i migliori artisti italiani, cominciando dai maggiori esponenti del Rinascimento, passando per gli scultori del 900 italiani e arrivando agli scultori moderni. 

Donatello

Lo conosciamo con questo pseudonimo, ma il suo nome per intero è Donato di Niccolò di Betto Bardi. Nato a Firenze nel 1386, è l’artista che ha saputo rivoluzionare il mondo della scultura nel Rinascimento. Il suo punto di forza è l’espressività delle rappresentazioni racchiuse all’interno dell’armonia delle forme. Uno scultore famoso che ha dato vita ad opere immortali come La Maddalena, San Giorgio e la principessa, i Profeti per il Campanile di Giotto a Santa Maria del Fiore. 

A Donatello si deve l’invenzione della tecnica dello stiacciato, tecnica con la quale decorò battisteri e pulpiti in varie città della Toscana. Le sue sculture più celebri? Il David e le statue e il crocifisso della Basilica del Santo a Padova, ma merita menzione anche Giuditta e Oloferne. 

Michelangelo Buonarroti

Michelangelo non fu un semplice scultore: nella sua vita si cimentò in diverse forme artistiche, entrando anche nell’elenco dei pittori italiani famosi. Nonostante questa straordinaria versatilità, fu proprio nella scultura che riuscì a dare il meglio del suo talento: il celeberrimo David ne è un fulgido esempio. Lo scultore italiano per eccellenza nacque nel 1475 e manifestò fin da subito la sua propensione verso l’arte. Fu scoperto da Lorenzo Il Magnifico prima di spostarsi di città in città e arrivare a Roma: qui esordì con la Pietà, oggi conservata a San Pietro, realizzata in puro marmo di Carrara. Poi pensò al David, ai lavori nella Cappella Sistina e alla grandiosa tomba di Giulio II.

Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti

Benvenuto Cellini

Tra gli scultori contemporanei a Michelangelo, spicca il fiorentino Cellini, uno dei fondatori del Manierismo.  Le sue opere principali sono il Perseo che decapita la Medusa, conservato alla Loggia dei Lanzi di Firenze, il Crocefisso per il Monastero dell’Escorial e l’Apollo e Giacinto. Fu anche un abile orafo e tra i suoi lavori migliori c’è la Saliera che realizzò per il re Francesco I di Francia, oggi conservata a Vienna.

Gian Lorenzo Bernini

Un secolo dopo tra gli scultori di marmo più bravi si fece strada Gian Lorenzo Bernini, nato a Napoli nel 1598, da un pittore e scultore fiorentino. Esordì lavorando insieme al padre alla Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna. Studiò a lungo le diversi correnti artistiche del tempo, inglobando il barocco nella sua tecnica. Con questi presupposto sono nate opere fantastiche come il Ratto di Proserpina, il David e l’Apollo e Dafne, oggi conservati nella Galleria Borghese. A colpire è stata sempre la sua capacità di raffigurare i personaggi in modo estremamente naturale, fotografati su pietra nell’attimo più intenso delle loro vite. 

Sempre attentissimo ai dettagli fu l’autore del baldacchino bronzeo dell’altare a San Pietro, della Transverberazione di santa Teresa d’Avila e della la Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona. Si dedicò anche all’architettura, realizzando il colonnato ovale a piazza San Pietro e il progetto di Palazzo Montecitorio.

Gian Lorenzo Bernini

Gian Lorenzo Bernini

Antonio Canova

L’uomo che ha spianato la strada agli scultori del Novecento con la sua capacità di raccontare le passioni e le emozioni attraverso la fredda pietra. A Roma Canova realizzò le opere che lo hanno reso celebre in tutto il mondo: il Teseo sul Minotauro, le Tre Grazie, Amore e Psiche e la Maddalena. Fu scelto da Napoleone come scultore ufficiale e, oltre ad aver realizzato diversi ritratti dell’imperatore, immortalò la figura di Paolina Bonaparte nei panni di Venere vincitrice. La sua tecnica prevedeva una levigatura così accorta della statua da sembrare un trucco illuminante. 

Umberto Boccioni

Uno dei principali esponenti del Futurismo, nonché un celebre scultore del 900. Alla base di ogni sua opera c’è la volontà di rappresentare il movimento, rivoluzionando il concetto fino a quel momento predominante tra oggetto e spazio. Le sue opere più importanti nell’ambito della scultura sono Forme uniche della continuità nello spazio e Dinamismo di un cavallo in corsa + case.

Amedeo Modigliani

Non tutti sanno che prima di diventare un celebre pittore, Modì fu anche uno scultore italiano del 900: con martello e scalpello lavorò a sensuali nudi femminili caratterizzati, come i suoi successivi ritratti, da volti stilizzati, colli affusolati e sguardo vuoto. 

Amedeo Modigliani

Amedeo Modigliani

Vincenzo Gemito

Tra gli scultori del 900 menzioniamo anche questo artista formatosi da autodidatta, che raggiunse il successo ai Salons di Parigi. Colpito da una profonda crisi personale, riprese a scolpire solo dopo una ventina d’anni dal suo esordio, realizzando alcune sculture importantissime, conservate a Napoli, come la statua di Carlo V d’Asburgo in una delle nicchie antistanti Palazzo Reale in Piazza del Plebiscito.

Arnaldo Pomodoro

Chiudiamo questo viaggio nella scultura italiana con gli scultori contemporanei. Le opere di Arnaldo Pomodoro hanno conquistato tutto il mondo: celebri le sue sfere di bronzo, perfette fuori che lasciano intravedere la loro complessità interiore, proprio come le cose della vita. Particolarmente apprezzata quella collocata a Pesaro sul lungomare della città e illuminata dal riflesso dell’acqua. 

Jago

Un altro degli scultori italiani contemporanei più apprezzato a livello internazionale: Jacopo Cardillo, in arte Jago, riesce a lavorare la pietra e il marmo in modo da farli sembrare vivi e indagatori dell’anima di chi osserva questa sculture. Una delle sue opere più famose è il busto in marmo di Benedetto XVI, trasformata, dopo la rinuncia dell’uomo alla carica, nell’Habemus Hominem: il busto è stato letteralmente spogliato, senza le vesti del papa ciò che resta è un uomo, nudo nella sua umanità. 

Jago

Jago

Donare un’anima al marmo, lavorando per giorni, mesi e anni. Trasformare la dura pietra in forme morbide, che raccontano un’emozione sempre viva, eterna, come le statue in cui si condensa grazie agli abilissimi scultori italiani di ogni tempo.