La ricerca di fibre e modi di produzione sempre più rispettosi del pianeta è uno dei temi più ricorrenti fra le novità proposte dalle aziende del settore per la primavera-estate 2020, presentate all’ultima edizione di Milano Unica.

Sul tema della sostenibilità il tessile italiano risponde portando non solo assetti produttivi all’avanguardia sul fronte dei consumi energetici e di acqua, ma anche linee di prodotto specificatamente eco che trovano un riscontro positivo sia che si tratti di tessuti naturalmente green come le lane, sia che si parli di tessuti tecnici

Molte aziende hanno presentato i loro nuovi tessuti: Loro Piana ha lanciato il nuovo filato Green Nylwool, lana merino mista a nylon bio-based, una fibra sintetica ricavata dai semi di ricino che conferisce brillantezza ed elasticità alla lana ed è perfetta per capi sportivi.

Dalla medesima stagione anche Marzotto Wool Manufacturing arricchisce il suo catalogo con i tessuti Organic Wool & Linen, dunque lana e lino con certificazione Gots (il più importante standard per la produzione sostenibile di indumenti e prodotti tessili, introdotto nel 2006), fibre provenienti da allevamenti e coltivazioni sostenibili in Sud America e Normandia. Il gruppo Reda, invece, ha chiesto all’artista britannico David Sparshott di illustrare dieci momenti di vita quotidiana vissuti indossando capi in Reda Flexo, fibra composta di lana merino e un elastomero a basso impatto ambientale, il Roica V550 prodotto dalla giapponese Asahi Kasei.

Sabbia vulcanica e carbone attivo dalla noce di cocco sono gli elementi naturali della tecnologia “37,5”(made in Colorado che, applicata ad alcuni popeline e zephyr del Gruppo Tessile Monti, consente a chi li indossa di mantenere la temperatura corporea a un valore ideale di 37,5 gradi con umidità relativa al 37,5 per cento. La storica tessitura biellese Trabaldo Togna 1840 ha arricchito il catalogo dei suoi tessuti Estrato, elasticizzati grazie a un prpocedimento che esclude elementi di sintesi, ma anche con proprietà antibatteriche, lavabili in lavatrice e water repellent fluoro free.

Tessuti Made in italy

Tessuti Made in italy

LA TOP 15 DEL TESSILE MADE IN ITALY FA +4,5%

L’attenzione alla sostenibilità si conferma essere, quindi, uno degli assi nella manica per il settore tessile italiano, e uno dei motivi che stanno spingendo le performance del comparto, come conferma l’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati 2018 dei 15 principali gruppi italiani del segmento tessuti. Secondo lo studio, i ricavi dei 15 big hanno raggiunto 2,3 miliardi di euro, un valore in crescita del 4,5% rispetto al turnover generato l’anno precedente. Solo due sono stati i risultati in territorio negativo, dovuti, peraltro a questioni di riorganizzazione aziendale: Canepa che è recentemente stata riacquistata da Michele Canepa dal fondo gestito da Dea Capital Alternative Funds, e Gruppo Tessile Monti che ha salutato nel 2018 lo storico AD Luca Belenghi ed è tornata di nuovo sotto la guida della famiglia.

“I costanti investimenti in ricerca ed innovazione ci hanno permesso di crescere e di affermare la leadership nel comparto”, ha commentato Giorgio Todesco, CEO di Marzotto Wool Manufacturing. Uno dei progetti di punta del gruppo è legato alla sostenibilità. “Una responsabilità quotidiana da cui è nata Organic, una collezione di tessuti organici in lana, lino e cotone certificati, lungo tutto il processo produttivo, con l’indicazione GOTS, principale standard per la produzione di prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica. Il progetto è stato recepito molto bene dal mercato. È stato importante riscontrare come molti clienti abbiano la nostra stessa sensibilità e attenzione alla sostenibilità”.

Non è quindi un caso che tutti o quasi i gruppi considerati nello studio vantino collezioni sostenibili, studiate per rispondere alle esigenze richieste dal mercato.

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