E chi l’ha detto che non si possa socializzare anche ai tempi del Coronavirus? Salutiamoci bene è il progetto di comunicazione relazionale basato sui principi delle neuroscienze, per tutelare gli individui, ma anche per riscoprire il valore della socialità.

Il progetto è promosso da alcuni studenti della Luiss Guido Carli coinvolge allievi provenienti da altri 6 atenei italiani (Università La Sapienza di Roma, Accademia delle Belle Arti di Bologna, Accademia delle Belle Arti Macerata, Accademia delle Belle Arti di Roma, Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” di Sassari, Università degli Studi Roma Tre), coordinati dall’avvocato Angelo Monoriti e da Maria Rita Parsi, psicopedagogista e piscoterapeuta, presidente della Fondazione Movimento Bambino ONLUS.

“Salutiamoci bene” nasce da un’idea elaborata a partire dalla parabola nota come “il dilemma del porcospino”, elaborata nel 1851 da Arthur Schopenhauer: il concetto è quello della ricerca di calore umano mediata dalle necessità di evitare il contatto fisico. 

“Salutiamoci bene”: il gesto che racchiude tutta la voglia di socializzare degli italiani

Come precisato da Angelo Monoriti, ideatore e promotore del progetto, “Salutiamoci bene” “nasce per identificare dei gesti-barriera che possano funzionare come attivatori mentali in grado di ricordare costantemente ai cittadini di mantenere il distanziamento fisico, senza annullare le regole della socialità. Proprio per risolvere un conflitto carico emozionalmente, come quello fra esigenza di umanità e necessità di protezione, e per combattere la conseguente “dissonanza emotiva, siamo giunti alla conclusione di proporre e diffondere un attivatore mentale comune. Si tratta un gesto che richiede una frazione di tempo in più dedicato a riconoscere l’altro. Si colloca quindi anche nel solco di quella necessità di cambiamento, che deve partire dalle relazioni umane e non dai processi, che dovrà portare ad irrorare la società con azioni che promuovano lo spostamento dalla logica dell’individualismo e del profitto a quella dall’etica del bene comune”.

Il progetto propone dunque una nuova forma di saluto, che si affida allo sguardo e alla gestualità per esprimere la vicinanza. Le mani diventano i nuovi occhi, lo strumento per comunicare le nostre emozioni. Il progetto è stato ora ultimato con la realizzazione di un cortometraggio animato dal titolo #BEHUMANAGAIN #Iosonoporcospino.