Il Bianco di Carrara. Il marmo italiano per eccellenza. Uno dei materiali più famosi e scelti al mondo per creazioni senza tempo. La pietra che si usa per statue ed elementi edilizi viene cavata dalle Alpi Capuane a Carrara, in Toscana: qui si trovano le cave dalla tradizione millenaria. Un litotipo dal manto cristallino, la cui grana varia da fine a media, dalla consistenza omogenea e compatta. La caratteristica principale di questa preziosa risorsa italiana è la percentuale molto elevata di carbonato di calcio, ovvero di cristalli bianchi di calcite. Questo materiale ha un basso indice di rifrazione e la luce riesce a penetrare nella pietra e di conferirle una speciale lucentezza, prima di essere riflessa. La brillantezza del marmo lo rende elegante, prezioso e ricercatissimo per illuminare qualsiasi ambiente. 

marmo carrara

Marmo di Carrara

Origini e usi del marmo di Carrara

Come tutti i marmi, anche il marmo di Carrara bianco è una roccia metamorfica formata da cristalli di carbonato di calcio di dimensioni estremamente piccole. La roccia marmorea ha avuto origine da rocce preesistenti che hanno subito variazioni di pressione e temperatura con una conseguente riorganizzazione della struttura cristallina. La roccia originaria del marmo di Carrara era simile a quelle che attualmente costituiscono le grandi scogliere coralline dei mari tropicali. Una piattaforma carbonatica che emerse dalle acque migliaia di anni fa, diventando una montagna. Nella regione delle Alpi Apuane il calcare si trasformò in marmo. 

Le prime notizie riguardanti l’impiego di questo marmo risalgono al I secolo a.C. durante l’Impero Romano, quando nella capitale si facevano arrivare blocchi di marmor lunensis (“marmo di Luni”, antico centro di estrazione e di imbarco sul mar Ligure), per le costruzioni pubbliche, le nobili dimore e le sculture monumentali. Successivamente, il centro di estrazione divenne Carrara. Durante il periodo medioevale i maestri comacini cominciarono a diffonderne l’uso nella costruzione di cattedrali nell’Italia centrosettentrionale. Michelangelo Buonarroti, uno dei più grandi scultori dell’Italia rinascimentale, ne rimase stregato al punto tale da recarsi personalmente a scegliere i blocchi per la realizzazione delle sue sculture.

marmo

Marmo

A seconda del colori, del livello di purezza del bianco, della tipologia delle intrusioni e delle venature, il marmo bianco di Carrara viene classificato in diversi tipi di marmo:

1. Statuario: fondo chiaro, marmo bianco, con venature grigie o quasi assenti. Come suggerisce il nome, il marmo statuario è quello scelto da Michelangelo o da Canova per la realizzazione di capolavori dell’arte italiana. Rappresenta il 5% di tutto il materiale estratto;

2. Calacatta: fondo avorio, venature dal grigio al giallo, tendenti al verde, disposte in fascioni evidenti;

3. Marmi Arabescati: venature con forma e strutture reticolari che ricordano le decorazioni arabe;

4. Bardiglio: fondo grigio scuro, a tratti blu. 

Il marmo estratto dalle cave di Carrara viene impiegato per diversi scopi e per la realizzazione di numerosi elementi:

  • edilizia: architravi, capitelli, colonne, pilastri, basamenti, scalinate
  • architettura: rivestimenti, cornici, lesene, pavimentazioni
  • ornamenti: portali, fontane, altari, stele, lapidi funerarie
  • manufatti decorativi e statue
  • conche impiegate per riporre le falde di lardo suino e vari aromi, che danno vita al lardo di Colonnata
  • mortai in cui pestare gli ingredienti per il pesto alla genovese

Il costo del marmo di Carrara dipende dalla lavorazione: per il blocco grezzo si parla di qualche centinaia di euro, più costose le lastre e per arrivare ad avere un manufatto originale e decorato si arrivano a spendere anche migliaia di euro. 

Come pulire il marmo di Carrara

Avendo a che fare con un materiale estremamente delicato, il consiglio è quello di limitarsi all’utilizzo di acqua e sapone per pulire le superfici di marmo, Nel caso di una macchia un po’ più ostinata è possibile passare sul marmo una spugnetta dopo averla insaponata con qualche goccia di sapone liquido. Per le macchie di unto scendono in campo i rimedi della nonna: una polvere preparata con bicarbonato di sodio e fecola di patate o amido di mais. E se nemmeno l’aiuto della nonna si rivela efficace, l’ultima chance prevede l’impiego di acqua ossigenata, lasciata ad agire 30 minuti, e poi risciacquata. 

Un altro annoso problema riguarda come lucidare il marmo di Carrara: spesso questa roccia tende ad ingiallirsi e necessita di un trattamento di emergenza con la pietra pomice, passata su tutta la superficie e ripulita con sapone di Marsiglia, o detersivo per i piatti. E se non avete a disposizione una lucidatrice, niente paura: basta preparare una “pasta” cremosa con bicarbonato e acqua, applicarla sul pavimento o sui ripiani da lucidare e lasciarla agire, senza sfregare, per mezz’ora. Il tutto va poi risciacquato con acqua calda e asciugato bene con un panno morbido in microfibra. Attenzione ai materiali acidi che possono rovinare la preziosità del marmo: da evitare succo di limone, acido citrico, aceto di vino o aceto di mele, detergenti aggressivi ed altre soluzioni corrosive.

marmo lavorato

Tavolo di Marmo

Un fascino senza tempo, che si nasconde nelle venature preziose che attraversano il bianco. Un materiale immortale, capace di dare vita ai più bei capolavori dell’arte mondiale. Una garanzia di qualità eterna, una brillante eccellenza italiana che riempie gli occhi di luce, che lascia sotto le dita l’impronta dello stile Made in Italy. 

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