Lo splendente carro della sposa ritrovato nel 2021 a Pompei, nel portico della villa di Civita Giuliana, la stessa da dove emersero, grazie ai calchi, i corpi dei due fuggiaschi, verrà esposto alla mostra “L’istante e l’eternità”, in programma dal 4 maggio al 30 luglio 2023 a Roma alle Terme di Diocleziano.
La mostra, organizzata dalla Direzione generale Musei e dal Museo Nazionale, è ideata e curata da Massimo Osanna, Stéphane Verger, Maria Luisa Catoni e Demetrios Athanasoulis, con il sostegno del Parco archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale.
Restaurato in ogni suo pezzo e assemblato, il carro della sposa torna in vita dopo duemila anni: si tratta di un’operazione straordinaria in quanto è la prima volta al mondo che un pilentum, ovvero il carro d’élite che trasportava le spose, viene ricostruito e studiato.
Un carro simile è stato ritrovato anni fa in Grecia, nei luoghi dell’antica Tracia, in una tomba appartenuta a una famiglia di alto rango ma in quel caso però si decise di lasciarlo nel tumulo senza restaurarlo né rimontarlo.

Scavi archeologici Pompei 

Il restauro che ha salvato il carro dal depredamento

Le operazioni che hanno riportato al recupero del carro della sposa sono il frutto di una collaborazione tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e il Parco archeologico di Pompei, per arrestare l’attività illecita dei clandestini e il depredamento del patrimonio archeologico di quell’area.
Il restauro, che dopo la delicatissima fase dello scavo ha impegnato per un intero anno il team del parco di Pompei, guidato da Emiliano Africano, ci riporta davanti agli occhi l’oggetto stupefacente dei racconti di Livio, Virgilio, Claudiano, che associavano il carro ai culti femminili descrivendone lo splendore e la comodità.
A conferma di ciò, infatti, l’intero carro è letteralmente tappezzato di metalli lucenti, grandi e piccoli medaglioni con scene erotiche anche molto crude, amorini e appunto figurine femminili.
Quello che ad oggi ci troviamo davanti agli occhi è a tutti gli effetti una macchina di duemila anni fa, meravigliosa e certo delicatissima; questo è lo specchio di ciò che è la reale particolarità di Pompei: fermare l’attimo e farci rivivere il passato!