“L’amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce.” (Massimo Troisi)

Il volto della comicità italiana nel mondo. Il sorriso di Napoli, spento prematuramente. Un attore, un regista, un paroliere, che ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama delle eccellenze italiane. Perché Massimo Troisi resterà nella storia del cinema tricolore come unico, inimitabile, genio della risata, poeta malinconico, artista a tutto tondo.

Il postino

Massimo Troisi

Massimo Troisi, la biografia

Massimo Troisi nasce il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano, a quattro chilometri da Napoli. Come lui stesso racconterà, la sua è una famiglia numerosa: ““Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine.” La passione per il teatro lo contagia subito, da studente, quando comincia a recitare in un gruppo teatrale “I Saraceni”, insieme a Lello Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci.

Colleghi e amici, che nel 1972, decidono di fondare il Centro Teatro Spazio all’interno di un ex garage a San Giorgio a Cremano. Massimo Troisi e gli altri portano in scena la tradizione del teatro napoletano, i testi dei più grandi, da Viviani a Eduardo. Nel 1977 nasce la Smorfia, il celebre trio composto da Troisi, Decaro ed Arena che recita brevi scene basate sull’attualità, la religione, le tematiche sociali. Dal teatro Sancarluccio di Napoli al successo sul piccolo schermo. La televisione ne vuole sempre di più, in video Massimo Troisi arriva dopo la trasmissione radio “Cordialmente insieme”: nel 1976 La Smorfia è ospite nella trasmissione “Non stop” e nel 1979 a “Luna Park”. Gli sketch del trio diventano dei veri e propri cult: alzi la mano chi non ha mai visto l’Annunciazione con Massimo Troisi? E ancora chi non ha riso all’accorato appello di Lello Arena e Massimo Troisi a San Gennaro

Il successo è tale da spingere il partenopeo a lanciarsi nell’avventura cinematografica: Massimo Troisi diventa regista e regala all’Italia delle vere e proprie perle, come “Ricomincio da tre”, prima pellicola del 1981. Il pubblico lo adora, la critica lo acclama. Comincia il sodalizio con Roberto Benigni nel 1984, un connubio rimasto impresso a fuoco nella memoria degli italiani con la splendida interpretazione di “Non ci resta che piangere”. Dall’incontro tramutato in amicizia con Pino Daniele sono nate canzoni senza tempo. Le frasi di Massimo Troisi hanno dato vita a capolavori del panorama musicale italiano, come “Quando” e “O ssaje comm’ fa o’ core”, diventate colonne sonore dei migliori film italiani diretti ed interpretati dallo stesso Troisi.

Massimo Troisi e i film, una lunga storia, che continua con “Hotel Colonial” di Cinzia Torrini. E poi ancora “Le vie del Signore sono finite” e tre pellicole di Ettore Scola, “Splendor” (1989); “Che ora è” (1989) “Il viaggio di Capitan Fracassa” (1990). Nel 1991 è autore e interprete di “Pensavo fosse Amore… invece era un calesse”. Poi, inaspettata, arriva la notizia della morte di Massimo Troisi. Il 4 giugno del 1994 ad Ostia, il comico malinconico saluta tutti nel sonno, a causa del suo cuore malato. Appena 24 ore prima aveva finito di girare un film da lui fortemente voluto, “Il Postino”. L’ultimo capolavoro, l’apoteosi del suo talento.

Troisi Benigni

Troisi e Benigni

Film di Massimo Troisi: le migliori regie e interpretazioni

Un viaggio nella comicità naturale, nella spontaneità che lascia scaturire un sorriso e una riflessione. Attraverso le trame e le frasi di Massimo Troisi, ripercorriamo insieme i momenti più alti di una carriera e di una vita indimenticabili. 

1. Ricomincio da tre (1981)

Gaetano: chello che è stato è stato, basta! Ricomincio da tre!
Lello: Da zero!
Gaetano: Eh?
Lello: Da zero! Ricominci da zero!
Gaetano: Nossignore, ricomincio da… cioè, tre cose me so’ riuscite dint’ ‘a vita, pecché aggia perdere pure chelle, che aggia ricomincia’ da zero?! Da tre!..

Con questo film Massimo Troisi fa il suo esordio nel mondo del cinema, come autore a tutto tondo di una commedia dirompente. Soggetto, sceneggiatura, regia e interpretazione: Troisi raccolse il successo davanti e dietro la macchina da presa. Il suo film restò in sala per oltre 600 giorni, vincendo due David di Donatello, per il miglior film e per il miglior attore. Nella pellicola Massimo è Gaetano, un ragazzo timido che lascia Napoli e la vita di provincia per trasferirsi dalla zia a Firenze. Qui incontra diversi personaggi, dei quali evidenzierà i tratti comici, e si innamorerà di Marta, disinibita donna, da cui avrà un figlio che potrebbe essere non suo. Ironia e tenerezza si rincorrono sul grande schermo, in un intreccio reso immortale dal talento di Troisi in Ricomincio da tre.

2. Scusate il ritardo (1983)

Tonino: Vincé, io mi uccido, meglio un giorno da leone o 100 giorni da pecora?
Vincenzo: Tonì, che ne saccio io da pechere o do lione, fà 50 juorne da orsacchiotto.

Anche il secondo film è un successo. In Scusate il ritardo, Troisi interpreta un napoletano insicuro e mite, che sfugge ad ogni stereotipo. Confessore delle pene d’amore del suo amico Tonino e innamorato della nevrotica Anna. Memorabile la scena del pellegrinaggio verso la Madonna che piange.

3. Non ci resta che piangere (1984) 

Frate: Ricordati che devi morire.
Mario: Come?
Frate: Ricordati che devi morire.
Mario: Va bene…
Frate: Ricordati che devi morire.
Mario: Sì, sì, no, mò me lo segno proprio.

Una coppia d’eccezione: un irriverente saltimbanco toscano e un riservato menestrello partenopeo. Una commedia che ha fatto la storia del cinema italiano. Saverio e Mario, maestro e bidello, si trovano improvvisamente catapultati indietro nel tempo, nel 1492. Cosa fare? Andare in Spagna per fermare Cristoforo Colombo e impedirgli di scoprire l’America. Indimenticabili la scena del fiorino e della lettera a Savonarola. 

4. Pensavo fosse amore… invece era un calesse (1991) 

Lasciatemi soffrire tranquillo. Chi vi chiede niente a voi? Vi ho chiesto qualcosa? No. Voglio solo soffrire bene. Mi distraete. Non mi riesco a concentra’. Con voi qua non riesco… Soffro male, soffro poco, non mi diverto. Non c’è quella bella sofferenza…

L’amore inevitabilmente finisce, ma avrebbe mai pensato di parlare della fine di un amore in maniera così ironica? C’è riuscito solo lui, Massimo Troisi, trasformando una semplice commedia in un’operetta morale. Un tira e molla sentimentale tra Tommaso e Cecilia, e ancora i mille dubbi di Amedeo. Perché l’Amore è raramente un vero sentimento, più spesso è un calesse, che travolge e investe, lasciando intontiti e feriti. Troisi prova a fare di ogni ferita un sorriso, dolceamaro, ma pur sempre un sorriso. 

5. Il postino (1994)

Mario: Don Pablo, vi devo parlare, è importante… mi sono innamorato!
Pablo Neruda: Ah meno male, non è grave c’è rimedio.
Mario: No no! Che rimedio, io voglio stare malato

A 24 ore dalla morte, Massimo Troisi interpreta il suo ultimo commovente personaggio. “Non dimenticatevi di me”, questa una delle ultime frasi di Massimo Troisi, una premonizione detta alla troupe il giorno prima di lasciare per sempre questa Terra. Ispirato al romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skármeta, questo film è un omaggio alla poesia e al grandissimo poeta cileno. Philippe Noiret interpreta Pablo Neruda, il celebre poeta che trascorre l’estate in un paesino del Sud Italia. Massimo Troisi, il postino, che gli consegna personalmente tutte le lettere. Cinque candidature all’Oscar, vinto come migliore colonna sonora drammatica. 

Troisi e pino daniele

Troisi e Pino Daniele

Un talento inimitabile, una mimica facciale più unica che rara. Movenze spontanee per dare risalto ad ogni parola pronunciata e quell’accento inconfondibile, l’idioma della terra partenopea. Ironia ed eleganza, una comicità lontana dagli stereotipi, la straordinaria capacità di leggere la realtà e raccontarla in un modo mai banale. La sua assenza: un vuoto enorme ed un’eredità preziosa. “La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve” e al mondo serviva, serve e servirà la poesia di Massimo Troisi.

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