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Il Bel Paese. L’Italia ha meritato questo appellativo grazie al clima mite, agli straordinari paesaggi naturali e al patrimonio culturale unico al mondo. Tra i tanti posti belli da visitare in Italia ce ne sono alcuni che riescono a coniugare perfettamente la bellezza del panorama e il valore storico che rappresentano: sono tracce di un passato che nessun libro può raccontare meglio di una passeggiata tra i sapori, i colori e gli odori dei borghi antichi. A tutelare questa ricchezza che fa della Penisola una delle mete preferite dai viaggiatori di tutto il mondo ci pensa “I Borghi più belli d’Italia”, un’associazione che classifica ogni anno i borghi italiani e aggiunge sempre nuovi tesori alla lista. Romantici e caratteristici, questi luoghi che spesso hanno origini molto remote, rischiano di essere dimenticati o abbandonati. Ma l’occhio vigile del turismo non perde di vista questi piccoli paesini, entrati di diritto nell’elenco dei posti più belli d’Italia

centro storico gradara

Piazzetta di Gradara

Classifica dei borghi più belli d’Italia: scorci di pura bellezza intrisa di Storia

Il borgo nasce come centro nevralgico delle attività del territorio. Si definisce come borgo un paese con un numero limitato di abitanti, non più di 6.000 e con un patrimonio architettonico e naturale certificato dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Secondo l’ultimo censimento i borghi d’Italia da visitare sono ben 271, sparsi lungo tutta la Penisola, con una concentrazione maggiore in Umbria, regione che ne conta 28. Elencarli e descriverli tutti sarebbe davvero impossibile e allora andiamo alla scoperta dei 10 borghi più belli d’Italia, protagonisti di una speciale classifica in continua evoluzione. Qui, tra sassi posati migliaia di anni fa, e strade che non prevaricano il fiorire spontaneo della natura, le lancette degli orologi continuano a scorrere, ma la vita ha il volto bello e saggio di chi siede davanti alla porta di casa e racconta vecchie leggende. Storie di un tempo passato, ma sottratto all’oblio da ogni passo che si posa su queste strade, alla ricerca dell’infinita meraviglia custodita tra vicoli e mura, tra tetti e camini accesi, tra piatti tipici e mitiche fiabe.

1. Gradara (Marche/Emilia Romagna)

Poco meno di 5000 abitanti e 142 m sul livello del mare. Posizione strategica e vista mozzafiato. Tra le province di Pesaro e Urbino sorge quello che è stato definito come il borgo più bello d’Italia: Gradara. Sul paesaggio del piccolo paese si erge maestosa la Roccaforte, menzionata tra i castelli più belli d’Italia. Malatesta, Sforza, Della Rovere: le grandi casate hanno alternato il loro dominio su questo caratteristico piccolo mondo antico. Il borgo di Gradara è raccolto tra due cinta di mura per proteggere al meglio questo crocevia di traffici e genti, punto nevralgico dell’antichità. Lo splendido paesaggio che circonda il borgo fece da cornice ad una delle storie d’amore più famose al mondo, resa immortale da Dante Alighieri: qui si amarono gli sventurati Paolo e Francesca, di quell’“Amor ch’a nullo amato amar perdona”, di quell’amore tanto forte da finire in tragedia o, meglio, in leggenda. A Gradara è ancora molto diffuso l’artigianato, come la lavorazione e l’arte della ceramica e della maiolica. E tra una passeggiata e l’altra nella storia di questo magico paesino è d’obbligo una forchettata di “bigol”, spaghettoni fatti a mano conditi con sugo di porcini del Montefeltro o con sugo di carne marchigiana. Una meta perfetta per gli innamorati, di ogni luogo e di ogni tempo.

Gradara

Gradara

2. Castroreale (Sicilia)

A 52 km dalla città di Messina il villaggio di Castroreale occupa la scena e la vista del turista curioso. Da inserire di diritto nella lista dei paesi da visitare in Italia. A cambiare per sempre le sorti del piccolo borgo fu Federico II d’Aragona che, nel 1324, pose qui una delle sue corti ordinando la costruzione del castello. Chiese di notevole fattura e prestigio si alternano tra le strade di questa realtà cittadina in miniatura. Non mancano i punti panoramici, dai quali osservare lo splendido panorama della terra di Sicilia. Le tradizioni sono protagoniste in ogni angolo: gli abitanti del borgo di Castroreale tengono vivi gli antichi mestieri e le attività artigiane di un tempo, come la tessitura, la coltivazione del baco da seta, la ceramica e la scultura. 2500 abitanti e tanti panifici e biscottifici dove assaggiare uno dei prodotti tipici della zona: U biscottu da Badissa all’anice. Un vero e proprio balcone con vista sulle Isole Eolie

castroreale

Castroreale

3. Bobbio (Emilia Romagna)

Uno dei più bei borghi medievali italiani sorge su una lieve altura sulla sponda sinistra del fiume Trebbia, in provincia di Piacenza. Varie popolazioni si susseguirono in questo territorio: liguri, celti, romani. L’Abbazia di San Colombano è il nucleo originario di questo caratteristico luogo: attorno al convento vennero costruite scuole, case, botteghe, insomma tutto quello che fa di un centro abitato un paesino. Sono ancora intatte le architetture medioevali, testimonianza di un passato che non ci sta ad essere cancellato. Il simbolo del borgo di Bobbio è il Ponte Gobbo (o Ponte del Diavolo), costruito interamente in pietra in epoca romana con 11 arcate irregolari, le gobbe appunto, da cui si può ammirare il paesaggio circostante. Le botteghe del centro storico sono un trionfo di arte, tradizione e cultura: tra gli scaffali si trovano vini, marmellate, miele, salumi e prodotti da forno, tutti rigorosamente biologici e di produzione locale. Funghi porcini e tartufi, poi, attendono i viaggiatori più avventurosi che, oltre ai souvenir della cittadina, vogliono portarsi a casa un ottimo raccolto.

bobbio

Bobbio

4. Furore (Campania)

“Furore, il paese che non c’è, il paese non paese, col suo abitato sparso sui fianchi della montagna a strapiombo sul mare, si offre a piccole dosi, si lascia scoprire con civettuola ritrosia.” Così il sindaco Raffaele Ferraiolo presenta questo piccolo paesino appena fuori dal podio dei più bei borghi d’Italia. Il luogo fu fondato da un gruppo di famiglie romane che si rifugiarono sui monti Lattari per sfuggire ai barbari, costruendo una roccaforte inattaccabile. Fiorenti commerci marittimi e primitive forme di industria si svilupparono lungo la costa della cittadina, a 300 m sul livello del mare. 1000 abitanti sparsi sul pendio roccioso, tra ulivi e viti, e il sentiero di gradini che porta a tu per tu con le onde. Nei giorni di piena la furia dell’acqua si infrange contro la scogliera: il mare si fa sentire, con tutto il suo Furore. Davanti agli occhi si spalanca la vista di un un grappolo di case semplici, aggrappate alla parete del fiordo di Furore, una vera e propria ferita nella roccia, in cui l’acqua lesta si è fatta spazio. In bocca i sapori della terra campana: pomodori, patate, olio d’oliva. Un borgo marinaro costellato da monazeni (“magazzini”, depositi per gli attrezzi e degli armamentari per pescare): in una di queste casette solitarie, la più famosa, trascorsero giorni lieti Anna Magnani e Roberto Rossellini, vivendo la loro storia di tormentato amore e intensa passione, in una parola: Furore.

furore costiera amalfitana

Furore

5. Monte Isola (Lombardia)

Una montagna verde al centro del lago d’Iseo, l’isola più alta dei laghi europei. 11 nuclei abitati per un totale di 1740 abitanti. Dai punti di contatto con la terraferma alla sommità della montagna si susseguono: Peschiera, Sensole, Porto di Siviano, Carzano, Siviano, Menzino, Olzano, Masse, Cure e Senzano. A nessun’automobile è concesso il passaggio qui, i residenti si spostano a piedi, con biciclette o con le comode navette da 30 posti che collegano le frazioni. I vecchi sentieri, le mulattiere, si snodano lungo il territorio del piccolo paese, alla scoperta delle caratteristiche di una millenaria cultura contadina. Chiesette, piazze, case di pietra bianca, portici, cortili e panorami incantevoli. Neanche a dirlo, qui si vive di pesca: il cibo è quello donato direttamente dal mare e l’artigianato è legato alle attività dei pescatori. Ogni frazione di questo comune ha la sua storia, le sue peculiarità, le sue tradizioni: insieme formano uno dei paesi più belli d’Italia, da vivere prima e fotografare poi, per cercare di imprimerne l’anima in un’istantanea e fermare il ricordo di un viaggio indimenticabile.

monte isola

Monte Isola

6. Bagnoli del Trigno (Molise)

Le origini di questo borgo italiano in provincia di Isernia sono avvolte nella leggenda: secondo alcuni la città sarebbe stata fondata da un Duca che si era abbeverato nelle acque del Trigno, secondo altri il centro abitato si sarebbe sviluppato a partire da una sorgente termale, altri ancora parlano di un riparo per tribù in fuga dalle invasioni barbariche. Di certo c’è che prima di arrivare ai giorni nostri questa cittadina è passata di mano in mano. La “Perla del Molise” conta appena 700 anime, un gioiello incastonato fra gigantesche rocce, come un presepio perenne, illuminato di notte dalla luce della luna e dalle tante piccole lucine delle case. Il luogo ideale per staccare la spina dal caos della città e godersi una passeggiata tra vicoli silenziosi, tipiche stradine, e panorami incantevoli. Piazza Olmo, Fonte Vecchia, la Casa Romana e il Ponte dei dodici archi di Carovilli attendono occhi curiosi che hanno voglia di inebriarsi di meraviglia. Gli amanti del nettare rosso non potranno fare a meno di sorseggiare il Tintilia del Molise, vino DOC prodotto in questo territorio, ulteriore motivo per visitare una delle più belle città medievali italiane

Bagnoli del Trigno

Bagnoli del Trigno

7. Stintino (Sardegna)

Qualsiasi foto scattata qui diventa subito una cartolina. In provincia di Sassari, tra sabbia bianca finissima e acque azzurro-turchesi, c’è uno dei borghi italiani più belli. Stintino accoglieva un tempo i pescatori che cercavano rifugio dopo che l’Asinara fu trasformata in colonia penale: un paradiso per gli amanti del mare e della natura incontaminata. Spiagge per rilassarsi in estate, durante un tour nelle più belle isole italiane, ma non solo. Stintino è anche ricca di storia e cultura: sull’isolotto svetta la Torre della Pelosa, torre aragonese del XVI secolo e l’imponente antica tonnara, oggi diventata uno splendido residence sul mare. Cale e scogliere raggiungibili solo in barca si alternano a stradine e sentieri per accedere al misterioso e affascinante entroterra. L’ingrediente principale della cucina locale è il pesce, in tutti i suoi sapori e tutte le sue forme. Tra i piatti tipici del luogo è d’obbligo assaggiare la zuppa di patate e aragosta, il polpo in agliata, il polpo alla stintinese (un’insalata di polpo con patate, aceto, prezzemolo e cipolla) e fra i dolci la tumbarella.

stintino

Stintino

8. San Giorgio di Valpolicella (Veneto)

San Giorgio di Valpolicella si trova nel Comune di Sant’Ambrogio, in provincia di Verona. Un piccolo paese italiani praticamente scavato nella roccia calcarea che ne costituisce superficie e struttura. Il paesaggio del borgo si presenta come una distesa di vigneti, olivi e cave. Le piccole case sembrano uscire naturalmente dalla pietra, tracce di un passato che trova il suo posto nella modernità. Questa naturale fortezza si raggiunge solo dopo un cammino lungo e faticoso: da questo deriva il soprannome del borgo, “ingannapoltron”, ovvero “inganna il pigro”. L’attività principale è l’estrazione e la lavorazione del marmo, il celebre Rosso Di Verona, ma ci si dedica molto alla coltura della vite. Il Valpolicella, il Ripasso, il Recioto e l’Amarone nascono nelle colline che circondano San Giorgio di Valpolicella.

San Giorgio di Valpolicella

San Giorgio di Valpolicella

9. Pescocostanzo (Abruzzo)

1083 abitanti in provincia dell‘Aquila. La fondazione di questo antico borgo viene fatta risalire al X secolo: da lì in poi crebbe la sua fama di Universitas Sui Domina (comunità padrona di sé), motto che compare su ogni stemma del paese. Pescocostanzo seppe riscattarsi dal dominio feudale, e divenne terra di studi giuridici, filosofici, storici, matematici, letterari e un notevole culto dell’arte. Tra le botteghe di questo paesino, si perdono le tracce delle prime maestranze in grado di realizzare opere in pietra, marmo e legno. Molto caratteristica la lavorazione del merletto a tombolo, quella della filigrana e del ferro battuto. A 1400 metri sul livello del mare si può anche sciare, ed ecco perché Pescocostanzo è sede di una delle mete sciistiche italiane più apprezzata nel mondo. Tranquillità, relax, sport e un bel piatto di tacconi con orapi, maltagliati con spinaci selvatici e acciughe, per i profani. 

Pescocostanzo

Pescocostanzo

10. Sesto al Reghena (Friuli Venezia Giulia)

Al confine tra la provincia di Venezia e quella di Pordenone, c’è uno dei borghi più belli d’Italia, totalmente dominato dalla maestosa abbazia benedettina di S. Maria in Sylvis, risalente all’VII secolo. Attorno a questo convento si sviluppò il centro abitato, che conta oggi quasi 7.000 abitanti. Il paesino conserva tutto il fascino del passato, nei suoi luoghi in cui storia e cultura vanno a braccetto: presso la fontana di Venchieredo, nell’incontaminato paesaggio campestre, lo scrittore Ippolito Nievo ambientò alcune pagine del suo libro più famoso, Le confessioni d’un italiano. Un luogo che accoglie a suon di sapori locali il curioso turista: da assaggiare i tipicissimi “bussolà” (biscotti al burro e uova) e il petto di faraona con radicchio, prosciutto crudo e patate alla contadina, piatti della tradizione che fanno invidia ai ristoranti stellati più quotati.

Sesto al Reghena

Sesto al Reghena

Lontano dalle mete più famose, dagli itinerari più scelti, dai sentieri più battuti, c’è un’Italia da scoprire, fatta di stradine e sorprese dietro l’angolo, di case a strapiombo sul mare e natura selvaggia, di architettura storica e sapori familiari. I borghi italiani, perle nostalgiche di celata bellezza, che si offre solo a chi sa vedere oltre, a chi non vive di apparenza, ma vuole mirare al cuore della cultura e della storia italiane.

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