Un’altra eccellenza si aggiunge alla lista dei liquori italiani: un mix che nasce nell’area del Parco del Monte Conero e che da quest’area in provincia di Ancona prende il nome. Ginepro rosso, corbezzolo e altre piante spontanee danno vita al Gin del Conero, idea vincente di due giovani di Numana, Loris Spinsante e Lorenzo Santinelli.

Sul mercato sono state già diffuse le prime bottiglie, distribuite da enoteche e locali marchigiani in pieno lockdown.“Al momento, su 1.600 bottiglie prodotte ne sono state vendute circa un migliaio, un successo che è andato oltre ogni aspettativa, anche per i giudizi positivi giunti dagli esperti. Il gin è stato premiato anche nell’ambito del Merano Wine Festival”, raccontano i produttori.

“Gin del Conero è un gin premium, prodotto in piccole quantità, che valorizza botaniche agrumate ed erbacee coltivate all’interno del Parco stesso. La raccolta del corbezzolo, del ginepro e il blend dello stesso con un’altra varietà tipica dei monti Sibillini fa sì che il tutto sia nel massimo rispetto ed eco-sostenibilità dell’ambiente”, aggiungono.

Gin del Conero: un prodotto per valorizzare le Marche

Come si procede per la preparazione di questo distillato? A spiegarlo sono proprio i giovani imprenditori che hanno lanciato l’iniziativa: “La raccolta, l’essiccamento e la selezione delle bacche vengono fatte manualmente e l’azienda che ha sposato il progetto e che provvede alla produzione e all’imbottigliato del distillato è anch’essa marchigiana”.

Un modo importante per promuovere il territorio delle Marche: “La scelta della distilleria è stata minuziosa. L’obiettivo è stato quello di creare un prodotto di alta qualità mantenendo la filiera locale e regionale, valorizzando così le Marche e in particolar modo il suo promontorio più famoso”.

Ma non è tutto, si pensa già al domani: “Per il futuro si punta a creare un’altra linea di gin e poi un amaro che segua le caratteristiche del prodotto madre. L’obiettivo al momento è di arrivare alle 6-8 mila bottiglie e conquistare il mercato nazionale, passando magari anche attraverso la grande distribuzione”, conclude Spinsante.