“La vita è troppo breve per bere vini mediocri.” (Johann Wolfgang von Goethe)

Sotto il sole della Toscana di vini mediocri neanche l’ombra. Tra le colline più famose al mondo nasce il Chianti DOCG, l’eccellente vino italiano. Nelle campagne che circondano Firenze, culla del Rinascimento, oltre le vallate della Pesa e dell’Elsa, a sud della medioevale Siena, si estende il territorio del Chianti, uno dei più suggestivi della Penisola. Argentei ulivi, verdi vigneti e alti cipressi incorniciano quello che sembra a tutti gli effetti un quadro che di stagione in stagione cambia i suoi colori. Il rosso e il giallo dell’autunno lasciano il passo alle mille sfumature della primavera. Il clima è particolarmente mite, la vegetazione è ricca e il terreno è fertile, tanto da regalare questo prezioso nettare rosso fin dagli albori dell’antichità. 

Chianti rosso, il vino italiano più conosciuto al mondo

Al successo del vino Chianti in tutto il mondo hanno contribuito tanto i poeti e gli artisti italiani che di questo “nettare divino” hanno parlato spesso e volentieri. Michelangelo Buonarroti aveva tanti possedimenti nella zona del Chianti e si occupava personalmente della produzione del vino. Si narra che Machiavelli scrisse le pagine migliori del suo capolavoro “Il Principe” proprio sorseggiando calici di “miele rosso” nei poderi che lo accolsero quando i Medici lo cacciarono da Firenze. Galileo Galilei affogò nell’alcool i dispiaceri provocati dalle accuse di eresia e dalle tante controversie con i suoi colleghi scienziati. La moglie di Giuseppe Verdi rassicurava in accorate lettere le sue amiche circa le condizioni di salute del marito, confermando la sua naturale propensione a “bere Chianti”. 

Un colore rubino brillante, un profumo intenso, un sapore pieno e fruttato. Queste le caratteristiche del Chianti Classico Giovane, mentre più pregiato e corposo è il Chianti Riserva, frutto dell’invecchiamento delle uve migliori. Anche la scelta delle botti contribuisce al sapore affascinante di questo vino leggendario: prima si lasciava stagionare in grandi botti di castagno o rovere, oggi ridotte di dimensioni. 

vino toscana

Vino

Come abbinare il Chianti?

L’eccellente vino rosso italiano si accompagna benissimo a carni rosse cotte alla griglia o in modi più elaborati. Piatti di selvaggina e formaggi stagionati sono il partner ideale per esaltare il sapore di un ottimo Chianti invecchiato. 

vino abbinamenti

Vino Chianti con Carne rossa

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Storia del Chianti: la consacrazione e la tutela del “nettare divino”

Le prime tracce di vita sulle colline toscane risalgono al secondo millennio a.C. , ma furono gli etruschi ad introdurre la coltivazione della vite. I Romani, poi, proseguirono con le innovazioni dell’agricoltura e la coltura dell’olivo. Dopo diverse lotte nel Medioevo tra la Siena ghibellina dell’Imperatore e la Firenze guelfa del Papa, il controllo della terra del Chianti fu assegnato a Firenze. Sotto il dominio guelfo si cominciò a produrre il celebre vino Chianti. Compaiono a circolare in questo periodo nomi rimasti indelebili nella storia della bevanda: i Ricasoli (a Brolio dal 1141) e gli Antinori (produttori di vino dal 1385). 

Il commercio del vino rappresentò per anni la principale fonte di ricchezza della zona. Per celebrarne l’importanza, a Firenze venne fondata, verso la seconda metà del Duecento, l’Arte dei Vinattieri, la più importante delle Arti Minori. Quello che fino a quel momento era un prodotto consumato esclusivamente dalle famiglie nobili, un’eccellenza italiana di lusso, diventa una bevanda popolare, presente in tutte le case. Si arriva addirittura a farne un farmaco, per curare gli ammalato o quanto meno per lenirne il dolore. 

Gli antichi documenti fanno riferimento ad un vino “rutilante”, “vermiglio” nel caso della tipologia rossa o “vernaccia”, nel caso del vino bianco. Già, perché forse non tutti sanno che il Chianti in origine era un vino bianco, molto diverso dal rosso che tutti conosciamo. Era amato per la sua freschezza e la sua vivacità, caratteristiche acquisite dal particolare processo di vinificazione imposto nel 1364 da Giovanni di Durante e Ruberto di Guido Bernardi: al vino si aggiungeva uva passa per eliminare le impurità; albume d’uovo, mandorle e sale per chiarificarlo; pepe e petali di rosa per un colorito gradevole alla vista. 

vigne chianti

Vigne Chianti

La storia del Chianti Classico ci insegna che un’eccellenza va prima di tutto tutelata. Nel 1444 la Lega del Chiant, organizzazione politico-militare, diramò il suo primo provvedimento: vietato vendemmiare prima del 29 settembre, festa di San Michele. Poi vennero introdotte pene e sanzioni per chi alterava il prodotto originale o il suo sigillo. Nel 1716 il Granduca Cosimo III ne regolarizzò la produzione, la vendita e il nome, stabilendo anche i confini dell varie zone. Un decreto stabiliva regole e controlli per la produzione di 4 vini regionali: Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra. Solo nella seconda metà del Settecento, però, l’Accedemia dei Georgofili autorizzò la mescolanza tra diversi tipi di vitigni per sperimentare nuovi sapori. 

Un personaggio chiave nel lungo cammino che ha portato alla fama dei vini del Chianti è stato il “Barone di ferro” Bettino Ricasoli. Il capostipite di una delle famiglie produttrici più famose esigeva, infatti, la separazione dei raspi dalle vinacce, la fermentazione in vasi chiusi e una svinatura rapida seguita dal “governo all’uso toscano”. Così si giunse al disciplinare del 1894. Il Chianti di allora era composto da sangiovese per il 70%, Canaiolo per il 15%, Trebbiano e Malvasia e per il restante 5% da altri vitigni (Mammolo, Colorino). Una composizione talmente equilibrata e perfetta da meritare la prima medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Parigi.

Il 14 maggio del 1924, 33 produttori della zona decisero poi di fondare un consorzio per difesa del vino Chianti. Un Gallo Nero in campo oro, il simbolo scelto, divenuto marchio di garanzia e qualità. La scelta dell’insegna è legata ad un’antica leggenda: per porre fine all’annosa rivalità tra Firenze e Siena, le due città decisero di indire una gara tra due cavalieri. Ognuno di loro sarebbe dovuto partire dalle rispettive mura al canto del gallo, appunto, e raggiungere per primo quelle dell’avversario. A rappresentare Siena un gallo bianco, per Firenze scese in campo un gallo nero. Il gallo bianco mangiò molto, troppo e così il gallo nero cominciò a cantare molto prima, permettendo ai fiorentini di vincere la gara.

vino chianti

Vino Chianti

Nel 1967 il Chianti ottenne il riconoscimento di Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.). All’interno della denominazione si distinguono oggi il “Chianti” e il “Chianti Classico”, un vino dalle caratteristiche più selettive: le uve di puro Sangiovese devono essere sottoposte a processo di vinificazione, conservazione e imbottigliamento esclusivamente all’interno della zona di produzione e l’immissione al consumo è consentita dal 1 ottobre successivo alla vendemmia. Il Chianti Riserva, invece, si caratterizza per un invecchiamento minimo obbligatorio di 24 mesi, di cui almeno 3, di affinamento in bottiglia, per un volume alcolico minimo di 12 gradi. 

Il più grande dei vini, quello più conosciuto al mondo. Dodici gradi di puro amore, quello dei toscani per la propria terra, che ha sempre ricambiato in fertilità e ricchezza quel profondo legame. Rosso, come il tramonto che colora le colline toscane, come la passione messa nella cura di ogni singolo tralcio di vite, di ogni singolo acino d’uva, di ogni goccia che bagna le labbra e scalda il cuore.