Tra i consigli di IEX non può mancare un grande classico del cinema italiano, uscito nelle sale nel dicembre del 1961. Una satira di costume piuttosto pungente, la prima commedia di Pietro Germi.

Il tema centrale è il delitto d’onore: tutto ruoto intorno all’art.587, un testo di legge che autorizza l’omicidio per motivi che oggi suonano a dir poco assurdi. La storia è ambientata nell’immaginaria terra di Agromonte, in Sicilia, e viene raccontata dalla voce fuori campo dal protagonista, il barone Ferdinando Cefalù (Marcello Mastroianni, candidato all’Oscar come miglior attore protagonista).

Marcello Mastroianni è l’indimenticabile barone Ferdinando Cefalù

Fefè, attraverso un lungo flashback che dura tutto il suo film, racconta del suo matrimonio con Rosalia. Il legame, che dura da 15 anni, è arrivato ad un punto morto: Fefè non sopporta più la morbosità della moglie ed è segretamente innamorato della cugina più giovane, interpretata da Stefania Sandrelli. Progetta di far fuori la moglie, inscenando un delitto d’onore. 

La Sicilia diventa in questo caso lo specchio dei vizi italiani, un mondo ancestrale e radicato su regole arcaiche. Germi mette in scena questa vicenda per mettere a nudo il maschilismo e il pensiero bigotto di gran parte dell’Italia in quegli anni.

In molti fanno coincidere la nascita della commedia all’italiana proprio con questo film: il barone Cefalù resta uno dei personaggi meglio caratterizzati del cinema tricolore, una maschera che nessun altro è riuscito a replicare, con quei capelli impomatati di brillantina e il tic della bocca. Mastroianni interpreta alla perfezione Fefè, offrendo al pubblico italiano una delle migliori prove attoriali della sua carriera.