“L’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono.” (Enrico Mattei) 

Una storia di innovazione, di politica, di economia, di talento imprenditoriale. Tra le nostre Iex Stories non può mancare un posto d’onore per Enrico Mattei, uno degli uomini più potenti dell’Italia del dopoguerra, fondatore dell’Eni.

Enrico Mattei: biografia

Enrico Mattei nasce nel 1906 ad Acqualagna, nelle Marche, un piccolo e grazioso paesino. Il maggiore di cinque fratelli, in una famiglia di modeste origini, padre brigadiere, madre casalinga. Eccelle negli studi, benché con rendimento piuttosto altalenante. A tredici anni il suo futuro comincia ad apparirgli chiaro. Si trasferisce a Matelica per lavorate pelle pietra e ferro in una conceria. La sua straordinaria abilità gli fa bruciare tutti i traguardi: a diciassette anni diventa operaio, a diciannove è già vicedirettore, a venti direttore. Nel 1928 la conceria fallisce. Mattei si trasferisce a Milano e diventa venditore di vernici per conto di un’azienda tedesca. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo per l’Italia e aver studiato chimica, arriva il momento più importante: nel 1931 apre un’azienda con due operai. In tre anni diventeranno venti. 

Con l’aiuto e la pazienza del suo vicino di casa, Marcello Boldrini, Enrico riesce a laurearsi in ragioneria. Nel 1936 si sposa con una ballerina. Nel 1944 si unisce alla Resistenza e diventa rappresentante per la Democrazia Cristiana. Abilissimo nel trovare soldi, risorse e armi, diventa il punto di riferimento delle forze partigiane, di cui riesce anche ad incrementare il numero: da 2mila a 65mila unità. Arrestato dai fascisti, evade e merita l’onore della gloria alla fine della guerra: marcia in prima fila nel corteo per la Liberazione di Milano, medaglia d’oro della Resistenza e stella di bronzo conferita dal generale USA Mark Wayne.

Da qui comincia la sua avventura nel mondo dell’energia: Enrico Mattei venne incaricato di liquidare le attività dell’Agip, ma non lo fa e fonda l’azienda dell’Eni, nel 1953. Costruisce una rete di collaboratori che si muovono su tutto il territorio nazionale. Un impero energetico. Il 27 ottobre del 1962, il sogno si interrompe: il “Morane Saulnier 760” su cui viaggia Mattei proveniente da Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè (Pavia). Incidente mortale o doloso? Ad oggi sono in molti a pensare all’ipotesi dell’omicidio Mattei

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Enrico Mattei: l’Eni e la guerra alle sette sorelle

Il  28 aprile del 1945 Enrico Mattei viene nominato Commissario Generale dell’Agip, un ruolo conferitogli dopo la guerra per cominciare a ricostruire l’Italia. L’Agip è una piccola azienda, incaricata di “cercare, acquistare, trattare e commerciare petrolio”. Ma su 350 pozzi scavati di petrolio non ne ha mai trovato nemmeno una goccia. C’è chi sostiene che sia solo unìazienda copertura per impiegare gerarchi fascisti, l’unica azienda petrolifera statale. A Mattei spetta il semplice compito di liquidarla. Enrico è abituato a farsi delle domande, se le fa anche in questo caso. Chiama il suo predecessore Zanmatti. Lui gli rivela che con le ultime trivellazioni del 1944 era stato trovato del metano a Caviaga, in provincia di Lodi, ma la scoperta del gas era stata subito messa a tacere.

Riceve una misteriosa telefonata, Enrico Mattei, quella di Giorgio Valerio, presidente di Edison, che vuole comprare tutte le attrezzature dell’Agip per 60 milioni di lire. Un’offerta incredibile, ma lui rifiuta. Fa di più: riassume Zanmatti e tutti i vecchi tecnici, chiede un prestito in banca, unifica Agip Roma e Agip Milano, riapre gli impianti di Caviaga e fa uscire il metano. Siamo nel 1945 e Mattei sta cercando il petrolio, fonte di eventuale indipendenza energetica per l’Italia. Lo fa in modo illegale, ma a quei tempi è l’unico modo per farlo: di notte, senza autorizzazione, scava viadotti e posa tubi, la mattina li ricopre. 

Il suo lavoro disturba non poco il piano delle “sette sorelle”, le sette aziende mondiali che avevano stabilito le zone d’estrazione e i prezzi di vendita del greggio. Il petrolio di Africa e Medioriente spartito da Esso, Mobil, Texaco, Chevron, Gulf oil, Shell, British Petroleum. Il cartello delle sette sorelle fa la guerra a Mattei e alla sua voglia di fare dell’Italia una nazione indipendente. Riescono, tramite posizionamenti all’interno dell’azienda di uomini controversi, a rimuovere Mattei dalla carica di vicepresidente. Ottengono l’accesso agli archivi segreti delle ricerche Agip e fanno chiudere Caviaga.

Di contro Mattei decide di entrare in politica, vincendo le elezioni tra le fila della Democrazia Cristiana. De Gasperi nomina presidente Marcello Boldrini. Lui rimette vicepresidente Mattei, e proprio in quel momento succede una cosa incredibile: a Cortemaggiore l’Agip trova il petrolio. Poco, ma Mattei vende l’evento a stampa e fotografi come il fatto dell’anno. Le sette sorelle abbassano la voce e Mattei va avanti. Sceglie un logo: un cane a sei zampe che sputa fuoco. Lo slogan “il miglior amico dell’italiano a quattro ruote” è di Ettore Scola. Costruisce in tutta Italia le stazioni di servizio coi gabinetti, offre la pulitura dei vetri ad ogni stazione e il controllo di olio e pneumatici. Porta il metano con le bombole nelle case degli italiani, abbassa il prezzo della benzina. Nel 1953 il Senato approva la legge che istituisce l’Eni, l’Ente Nazionale Idrocarburi e lui ne diventa Presidente.  

Nel 1957 ottiene l’autorizzazione a cercare petrolio in tre zone dell’Iran. Mattei ha un sogno: l’unificazione mondiale del patrimonio energetico, la sua distribuzione in maniera equa ed etica. Nel frattempo chiude un accordo con l’URSS per del petrolio con il quale copre il 25% del fabbisogno dell’Eni e a un prezzo mai visto prima. Il miracolo dell’indipendenza energetica è appena cominciato, ma finirà di lì a poco, con la morte di Enrico Mattei

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Il caso Mattei: chi lo ha ucciso?

La scomparsa, apparentemente accidentale del presidente dell’Eni è stata avvolta dal mistero fin dall’inizio. Subito dopo la tragedia area furono in molti a pensare che Mattei fosse stato ucciso, il caso insabbiato e i testimoni messi a tacere. Aveva creato troppo fastidio, mettendo i bastoni tra le ruote al monopolio delle sette sorelle. A sostegno dell’ipotesi assassinio Mattei sono state presentate nel tempo diverse prove. Le 208 pagine di un fascicolo, frutto della relativa inchiesta, però, dimostrarono l’impossibilità di “accertare la causa” del disastro. E poi ancora misteriose sparizioni, depistaggi, testimonianze di pentiti, dichiarazioni dei servizi segreti. Il film su Enrico Mattei e i diversi libri che parlano di lui lasciano diverse domande aperte: chi ha sabotato l’aereo? chi sono i mandanti? Sembrano tutti concordi su una sola risposta: Enrico Mattei era un personaggio troppo scomodo per la politica e l’economia dei suoi anni ed andava eliminato, ad ogni costo. 

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Il più grande imprenditore italiano del dopoguerra, il “petroliere senza petrolio”, ma con un sogno: combattere il monopolio petrolifero statunitense, ridistribuire equamente l’oro nero, rendere l’Italia indipendente energeticamente e politicamente. Un personaggio scomodo per i poteri forti, la cui morte resta avvolta nel mistero. Talentuoso patriota o spregiudicato avventuriero?